Nel testo storico “Historia Longobardum” Paolo Diacono (720-799 d.C.) descrive dettagliatamente gli usi e i costumi del popolo dell’epoca. Le vesti sciolte, per lo più di lino, erano ornate con larghi orli e i tessuti erano di vari colori. Nel testo si legge di “bende” con cui gli uomini coprivano le gambe, dalle caviglie in su nascoste da larghe tuniche, di “camise” descritte come tuniche intime di lino indossate dalle fanciulle, di mantelli di pelliccia di grande valore chiamati “crosne” usati per le cerimonie nuziali, di grosse “fibule” decorate da smalti e pietre incastonate utilizzate per agganciare il mantello sopra la spalla.

Grossa fibula rotonda con pietre incastonate ad arco finemente lavorato esposta al Museo Nazionale del Medioevo a Roma
Tra gli scrittori francesi troviamo Eginardo (IX – X secolo) il quale elenca dettagliatamente nove capi usati all’epoca: la camicia (confezionata in tela di lino, presupponendo che si trattasse di una semplice “chemise” derivata dalla “sherte” anglosassone cioè indumento a contatto con la pelle), le “brache” maschili (molto aderenti portate fino al ginocchio), la tunica (per gli uomini corta o lunga in base al territorio di provenienza, indossata per ricorrenze cerimoniali o portata lunga dalle donne come sopra-camicia), le calze (confezionate con un tessuto fine per i nobili, mentre quelle dei contadini erano di un tessuto grossolano e arrivavano fino al ginocchio, trattenute la lacci con la presenza di lunghe fasce incrociate in modo da mantenerle ben tese sulle gambe), le scarpe (suole di legno che proteggevano la pianta del piede con la parte superiore in cuoio distinta da lunghi lacci per i nobili, per i poveri la scarpa era di stracci), per gli uomini la spada ed il cinturone (in pelle) per la spada.
Prima dell’anno mille l’abbigliamento in tutta Europa era molto semplice e la differenza tra capi maschili e femminili era minima; molto diffusa portata la tunica, portata al ginocchio dagli uomini e lunga fino alla caviglia dalle donne. Era abbastanza larga per agevolare la vestibilitá dalla testa e aveva maniche a campana per le donne e dritte al polso per gli uomini.
Gli uomini indossavano cinture in pelle che stringevano la veste alla vita, le donne erano solite ad usare cinture in stoffa sotto il seno.

“Raccolta di leggi e capitolari” L’uomo è in tunica e mantello, le gambe fasciate con le mollettiere, lunghe strisce di tela o cuoio; la dama indossa un tunica lunga fino alle caviglie
Il mantello era indossato da entrambi i sessi; si trattava di un grande rettangolo di tessuto bloccato su una spalla o semplicemente avvolto attorno al corpo. L’eccedenza di tessuto del mantello femminile, scendeva su un lato del corpo oppure sul petto ed era avvolto intorno al collo.
Mantello e cappuccio erano colorati, ma di rado della stessa tinta, per sottolineare il fatto che si trattasse di due diversi capi di vestiario.

Immagine tratta da “A History oh Fascion”, J. Anderson Black – Madge Garland – Frances Kennett, Orbis 1980
Non ci sono prove che suggeriscono l’uso di biancheria intima durante tutto il periodo, ma per entrambi i sessi c’era una tunica a maniche strette o una camicia lunga fino al ginocchio per gli uomini e alla caviglia per le donne.
La stoffa utilizzata per lavorare questa “sotto-tunica” o “camisa” intima era il lino, colorato naturalmente, spesso poco confortevole, ma facilmente lavabile.
Per gli altri indumenti si utilizzava anche la lana e, nelle famiglie nobili, si diffuse l’uso della seta importata dall’Asia.
La seta era pesantemente ricamata con disegni geometrici o floreali che orlavano gli abiti; le donne inglesi divennero le ricamatrici più esperte d’Europa.
Le donne erano tenute a coprire i capelli dopo il matrimonio con un velo. Questo segno di castità cristiana e di modestia è durato per tutto il Medioevo in tutta l’Europa.
Una giovane donna nubile poteva portare due trecce ai lati della testa o semplicemente i capelli sciolti e, come si legge dagli scritti storici, le fanciulle erano orgogliose delle loro lunghe chiome.
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