Moda maschile nella prima metà del XI secolo

Nei primi decenni del 1000, l’indumento maschile più utilizzato era la tunica; questa arrivava a circa cinque, sei centimetri al di sotto del ginocchio nell’uso quotidiano, mentre, tuniche lunghe fino alla caviglia, cominciarono ad essere usate solo in occasioni formali.

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La tunica lunga era una veste particolarmente sontuosa, riservata unicamente alla nobiltà in occasione di cerimonie importanti, infatti non poteva mai essere indossata dall’uomo comune e gli scrittori del tempo la descrissero come un indumento grottesco ed effeminato.

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Immagine tratta da “A History oh Fascion”, J. Anderson Black – Madge Garland – Frances Kennett, Orbis 1980

La tunica in seta si diffuse maggiormente tra la nobiltà, questa era riccamente ornata con bordi decorati, il tessuto era quasi sempre ricamato con fili d’oro e d’argento, tempestato di pietre preziose, i maggiori rifornimenti di seta arrivavano dai territori del sud Italia in particolare dalla Sicilia.

Miniatura

Miniatura

Di solito la sotto-tunica o camicia, era di lino, con maniche lunghe aderenti e polsini decorati con ricami geometrici di un colore vivace. Questa era utilizzata come indumento intimo insieme a delle strette brache in lino o in lana che arrivavano fino al ginocchio. Il guardaroba intimo maschile comprendeva anche le calze e i calzini solitamente in lino o in lana, ma la differenza delle fogge era minima fra i popoli europei.

Immagine tratta da "Benkläder for män"

Immagine tratta da “Benkläder for män”

La cappa, o mantello, poteva coprire le spalle ed era fissata al collo con una grande fibbia impreziosita da decorazioni e pietre oppure poteva coprire soltanto il lato sinistro ed essere fissata sulla spalla destra lasciando completamente libero il braccio destro. La lunghezza del mantello ed il modo di portarlo dipendevano più da considerazioni pratiche che dalla necessità di sottolineare il rango sociale di chi lo indossasse.
In genere veniva portato con cappuccio, ricadente sulle spalle.
Il mantello era molto diffuso fra la nobiltà, ma ancora di più fra gli agricoltori ed i lavoratori in genere, ma per questi, veniva confezionato in lana pesante.
La lana utilizzata dai nobili aveva una filatura più pregiata, arrivava direttamente dalle Fiandre riconosciute all’epoca come il paese produttore dei tessuti di lana più raffinati.
I pastori erano soliti ad indossare mantelli col cappuccio, confezionati con pelle di capra o di pecora con pelo all’esterno.

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I copricapi nel XI secolo erano molto diffusi e tra questi si trovava una semplice cuffia molto aderente che copriva le orecchie e veniva allacciata sotto il mento, questa cuffia più che un vero e proprio cappello, era una sciarpa modellata sulla testa in modo da tenere a posto le chiome quando tirava il vento.
La principale differenza tra il copricapo della nobiltà e quello delle persone comuni consisteva nella stoffa con cui era confezionato: i contadini portavano cappelli di cuoio, di pelle di pecora, feltro o lana, i signori preferivano il lino più fine, bordato di pelliccia e ricamato.

I cavalieri indossavano camicie di lino e brache come sottovesti e calze di lana. Oltre agli indumenti intimi, i cavalieri indossavano tuniche pesanti di lana per proteggere la pelle dal logoramento causato dalle maglie dell’armatura. Queste cotte di maglia erano pesanti e spesso composte da oltre 200.000 anelli. L’armatura di un cavaliere era completata così da una veste fermata in vita da una cintura di pelle. Indossavano sopravvesti adornate come la tunica del re di armi in modo tale che i cavalieri fossero facilmente identificati durante i combattimenti. Una cuffia in lana foderata proteggeva il capo dall’elmo.

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