Non si può dare con certezza la data esatta dell’invenzione degli occhiali, ma possiamo collocarla con certezza in Italia e con buona approssimazione tra il 1280 e il 1300. Il primo a descrivere l’uso di una lente per migliorare la vista fu il filosofo inglese Ruggero Bacone nel 1262. Egli fece alcuni esperimenti con le lenti e gli specchi e descrisse i principi del riflesso e della rifrazione. Iniziò così a scrivere gli effetti dei suoi esperimenti. Era ben visto e protetto dal Papa Clemente IV, ma quando il Papa morì egli dovette continuare i suoi studi in segreto. Venne scoperto, accusato di eresia e imprigionato. Quando uscì di prigione continuò con i suoi esperimenti, nel suo Opus Majus descrisse l’azione di ingrandimento della lente convessa e ne suggerì l’uso a chi avesse problemi di vista: ” …con questo strumento tutti coloro che hanno occhi malati possono vedere ingrandita anche la lettera più piccola.”, ma fu verso il 1280 che la lente cominciò ad essere utilizzata più vicino all’occhio anziché all’oggetto. I primi prototipi di occhiali da vista erano dotati di lenti convesse che avevano la capacità di correggere i difetti di ipermetropia e di presbiopia, due disturbi della vista che solitamente si sviluppano in età già adulta.
Nel 1284 gli abili artigiani veneziani erano riuniti nelle Congregazioni di Arti e mestieri: ogni arte possedeva il proprio statuto e quello dell’Arte dei cristalleri (artigiani del Quarzo o cristallo di rocca); a questi artigiani era fatto obbligo di giurare sul Vangelo il rispetto dello statuto, che prevedeva la proibizione di vendere il “vetro” dichiarandolo “cristallo”. Nei Capitolari delle Arti Veneziane del 1284 si distinguono gli occhiali (roidi da ogli) dalle lenti d’ingrandimento (lapides ad legendum). Nei primi tempi era proibito svelare il segreto della fabbricazione degli occhiali, per la cui violazione era prevista la pena di morte. Tale proibizione frenava la commercializzazione e la diffusione delle lenti avvenne ufficialmente solo quando le Arti permisero agli artigiani di esercitarne la libera vendita. Con l’arrivo del XIII vi fu una vera e propria pratica applicazione del vetro come lente correttiva della vista perduta. Gli occhiali inizialmente servirono solo a correggere la presbiopia mentre, il problema della miopia, si risolse dopo la prima metà del XV secolo. Gli occhiali si diffusero pur essendo un oggetto costoso e furono adottati perfino dai francescani, che pur avevano ricevuto l’ordine dal loro fondatore di non dedicarsi alla scienza. In seguito anche Evangelisti, Padri della Chiesa, scrivani, mercanti insomma tutti gli uomini dotti o che dovevano far di conto, furono raffigurati con questo importante accessorio. Gli occhiali erano tenuti e protetti in una custodia, generalmente in legno e pelle, appesa alla cintura. Questi si presentavano come due semplici lenti bordate da cerchi in legno fissati da un perno centrale da poggiare direttamente sul naso. Questi oggetti erano usati anche nelle corti signorili, ad esempio nel 1462 Francesco Sforza, duca di Milano, il quale ne ordinò a Firenze tre dozzine.
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