I lacci per gli abiti, erano realizzari a Lucet. Il Lucet era uno strumento a forma di forcella (infatti conosciuto anche col nome di “forchetta catena”), generalmente in legno, ma anche in osso, risalente all’epoca vichinga. Lucets erano di uso comune in tutta Europa fino al 1500, tipicamente di area anglosassone, infatti alcuni reperti in legno o in osso, come quelli esposti a York databili tra la fine del 1100 e il 1300, sono conservati presso il London Museum a Londra, ma si possono trovare anche in musei della Danimarca e della Norvegia. Questi reperti sono di tipologia vichinga, conosciuti col termine “Tvinningsben” e/o normanna. Vi sono una serie di reperti di lucets vichinghi che dimostrano la forma e il materiale: un pezzo di osso cavo lungo dai cinque ai sei centimetri con l’estremità divisa in due poli. Questa forma è stata ritrovata a Lund, in Svezia, nessuna data specifica data.
È stato uno strumento ampiamente utilizzato durante il corso del Medioevo per creare stringhe in lana adibite all’allacciatura dei capi d’abbigliamento o per appendere elementi alla cintura, ma anche per tasche o calze in quanto, la sua forma quadrata risultava resistente e, grazie alla lana, leggermente elastico. Il laccio prodotto con il Lucet risultava come una serie nodi, al contrario di altre tecniche quali il “kumihimo” o con le dita ad anello o da intreccio dove i fili erano misurati prima del lavoro, le trecce lucet potevano essere create senza una pre-misurazione pertanto era una tecnica adatta a lacci molto lunghi.
Reperti archeologici e descrizioni letterarie di lucets suggeriscono che il suo uso fu molto diffuso fino al 1200, prima dell’arrivo dei bottoni di stoffa e successivamente di metallo, ma venne ripreso con il 1600.
Nelle immagini ritrovamenti di lucets di origine vichinga.
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