La cipriana

Tratto da “Storia del costume in Italia” di Rosita Levi Pisetzky: “Cipriane. Di particolare modello sono le vesti cipriane. A Napoli nel ‘351 sono con prese nella robba quasi che la veste cipriana prenda qui il posto della guarnacca: “trium guarnimentium videlicet tunice ceprensis et mantelli”.

Queste vesti si allacciavano davanti, dalla gola fino ai piedi, con una lunga fila di bottoni d’argento dorato o di perle, ma scandalizzavano i moralisti con le scollature tanto grandi che “hostendunt mamillas, et videtur, quod dictae mamillae velint exire de sinu, earum”. Vesti disoneste, come osserva il De Mussis che così le descrive, e si dimostra disposto a perdonare le altre bizzarrie della moda che non ledono l’onestà, ma non questa perché l’abito è bello se non mostra i seni e la scollatura è così decentemente stretta, che “ad minus mamillae ab aliquibus non possent vederi”.

Giusto de’ Menabuoi (Firenze, 1330 circa – Padova, 1390 circa). Basilica di Sant’Antonio, Cappella del Beato Luca Belludi.

[De Mussis, autore del “Chronicon Placentinum”, nacque a Piacenza intorno alla metà del secolo XIV da una famiglia ricca, ma non nobile.]

Nitidissime immagini di cipriane ampiamente scollate (se pur non fino a questo punto) e ricche abbottonature, appaiono nella figurazione della famiglia del conte Porro nell’Oratorio di Lentate.”

L’oratorio è stato costruito nel 1369 su commissione del Conte Stefano Porro. Gli affreschi sono opera di un gruppo di pittori chiamati per convenzione Maestri di Lentate.

IMMAGINI PRESE DA (cliccare sul riquadro) collegamenti:

TESTO “Il costume e la moda nella società italiana” di Rosita Levi Pisetzky


Giovanni Boccaccio (1313 – 1375), tra i suoi scritti, prese le difese di queste scollature abbondanti “Pomi vaghi per mostranza tondi/ che per durezza avean combattimento/sempre pontando in fuor, col vestimento”, rilevando che se “…le poppe fossero scandalose la natura non le avrebbe poste in così aperta e patente parte del corpo come è il petto, anzi si sarebbe ingegnata di occultarle” (da “Il commento alla Divina Commedia”, volume II).

TESTO “ANTOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA dalle origini al 1500” Di Ciro ROSELLI


Nella prima metà del XIV secolo le scollature erano generalmente quadrate, verso 1370 apparivano ovali, particolare della seconda metà del secolo appunto; nonostante questa nuova moda non scomparirono del tutto quelle quadrate come si vede nell’Oratorio di Lentate sul Seveso.
In “Guardaroba medievale: vesti e società dal XIII al XVI secolo” di Maria Giuseppina Muzzarelli si legge “veste in uso nel XIV secolo, scollata da spalla a spalla”; queso tipo di scollatura tipico della seconda metà del XIV secolo trova riferimento nelle immagini dei Tacuina Sanitatis 1390-1400, manuali scritti e miniati tra Pavia e Milano, in cui si notano anche i numerosi i bottoni.

Nel testo del De Mussis si legge: “Tamen talia indumenta sunt honesta, quia cum dictis indumentis non ostendunt mamillas. Sed habent alia indumenta inhonesta, quae vocantur Ciprianae, quae sunt largissime versus pedes, et a medio supra sunt strictae cum manicis longis et largis sicut alia predicta indumenta, et similis valoris, et super quibus ponunt similia jocalia et similis valoris. Et sunt impomellatae de antea a gula usque in terram pomellis argenti deaurati vel perlis. Quae Ciprianae habent gulam tam magnam quod ostendunt mammillas, et videtur, quod dictae mammillae velint exire de sinu earum. Qui habitus esset pulcher, si non ostenderent mammillas, et gulae essent sic decenter strictae, quod ad minus mammillae ab aliquibus non possent videri.”

Oltre alla descrizione della fattezza della veste larghissima verso i piedi e stretta nella parte superiore , si trova qui un altro particolare: le maniche lunghe larghe.

TESTO “Il Costume Antico e Moderno di tutti i popoli” di Giulio Ferrario



Oltre alle fonti

Bibliografia

“Guardaroba medievale. Vesti e società dal XIII al XVI secolo” di Maria Giuseppina Muzzarelli. Ed. Il mulino

“La moda nella Toscana del ‘300” di Silvia Brunetti. Ed. Pascal Editrice

Sitografia (cliccare sul riquadro) collegamenti:

http://www.paolafabbri.it/articolo002.asp

https://www.e-periodica.ch/cntmng?pid=kas-002:2006:57::460 PDF ONLINE “Quando l’abito faceva il monaco: note sull’ abbigliamento cortese, borghigiano e rurale nelle pitture murali del Trecento e del Quattrocento nella Svizzera italiana”

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