Le sopravvesti dei coniugi Arnolfini

“Ritratto dei coniugi Arnolfini”, opera del pittore fiammingo Jan van Eyck, datata al 1434.

Ritrae il mercante di Lucca Giovanni Arnolfini con la prima moglie Costanza Trenta alla quale fu sposato dal 1426 fino alla morte di lei, nel 1433.

La moglie offre la sua mano destra al coniuge, mentre appoggia la sinistra sul proprio ventre, con un gesto che ha fatto pensare a un’allusione a una gravidanza futura o prossima; la voluminosità all’altezza dell’addome è data dall’ampia sopravveste in lana foderata in pelliccia.

La sopravveste, stretta sotto al seno da una cintura chiusa posteriormente, è confezionata con lana verde pregiata foderata completamente in pelliccia visibile lungo tutto il bordo; una pelliccia bianca realizzata con il pelo del petto di scoiattoli rossi, il più morbido, almeno duemila scoiattoli per realizzare tutta la fodera.

Il copricapo è realizzato con una pezza di lino bianco ripiegata su se stessa cinque volte e fermata ai lati.

Giovanni Arnolfini indossa un “pelliccione” completamente foderato con il pelo di almeno cento martore polacche, dopo il visone, era la pelliccia più cara sul mercato. Esternamente è confezionato con velluto di colore viola scuro probabilemte della sua città natale: Lucca, dove si fabriccavano i migliori velluti.

Il copricapo dalla tesa larga è realizzato in paglia tinta di nero.

Lo specchio è convesso e nell’immagine si vede l’autore del dipinto Jan van Eyck. A quell’epoca questi piccoli specchi convessi erano molto popolari.

VIDEO CONIUGI ARNOLFINI

Al centro, tra i due coniugi, si trovano gli zoccoli rossi di lei e in basso a destra si trovano le pianelle di lui. Tra il XIV e il XV secolo furono molto diffuse in Europa le pianelle o chopine, calzature a forma di pantofola con zeppa, di sughero o legno, che poteva raggiungere uno spessore anche di cinquanta centimetri.

Come recita un verso attribuito a Lorenzo il Magnifico “per parer maior e belle quando per la via passate” le donne ricorrevano alle pianelle per sembrare più alte e belle.

Erano oggetto di particolare riprovazione da parte dei moralisti; tra i censori misogini di questa moda, Bernardino da Siena di cui cita in alcune delle sue prediche.

Oltre a stigmatizzarle come strumento di vanità e di inganno, dato che alteravano le misure e le proporzioni del corpo, metteva sotto accusa i rischi per l’incolumità di chi le indossava.

Alcuni esemplari di pianelle risalenti al Quattrocento conservati al museo Correr di Venezia raggiungevano i cinquanta centimetri di altezza.

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