Il “Codice 65”, il cui numero deriva dalla posizione attribuitagli in un catalogo della seconda metà del XIII secolo, costituisce una summa culturale secondo la concezione medievale.
Studiato in tutto il mondo, è un raro esempio di documento paleografico, riporta indicazioni sul costume e sulla liturgia, è indicativo dell’arte e della musica dei secoli successivi all’anno Mille e comprende informazioni sulla sacra rappresentazione.
E’ un manoscritto composto da cinquecentoquarantuno cartelle rilegate in legno e cuoio, di dimensioni pari a quarantotto centimetri d’altezza e trentaquattro di larghezza.
Al suo inizio è posto un calendario ecclesiastico che elenca nozioni di astrologia, astronomia, medicina, agronomia e merceologia.
Segue poi il “Salterio”, libro dei salmi, che termina con litanie dei santi, in cui figurano anche i patroni di Piacenza e delle varie chiese urbane.
Scopo primario del “Codice” era fornire il materiale necessario alla liturgia episcopale e capitolare solenne. Importantissimi sono i ventinove “Tropi”, embrioni della rappresentazione sacra, e le quarantaquattro “Sequenze”.
Vi è poi un trattato musicale, mentre l’opera si conclude con l'”Obituario”, citazione di persone decedute che avevano acquisito particolari benemerenze e che erano quindi ritenute degne di essere ricordarte nelle preghiere (grazie a questa sezione è stato possibile datare il “Codice”, la cui origine è da collocare tra il 1120 ed il 1140).
Da http://www.lafondazione.com/attivita/attivita_estesa.php?c=137 FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO
Le fotografie sono state realizzate presso la mostra “I Misteri della Cattedrale” a Piacenza
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