Il corredo di Valentina Visconti

Nel Palazzo del Podestà, uno dei più antichi e importanti monumenti di Castell’Arquato, l’antico borgo medievale in provincia di Piacenza, risalente al 1292, dal 25 agosto al 30 settembre si è svolta la mostra di abiti ed accessori medievali a cura di Vestioevo nella quale la moda medievale femminile a cavallo tra ‘300 e ‘400 è stata proposta attraverso la vita di Valentina Visconti (1371-1408), figlia di Gian Galezzo Visconti, e il suo meraviglioso corredo.

Lo studio fatto per realizzare la mostra dedicata al corredo di Valentina Visconti parte dal testo “Rerum Italicarum Sciptores” (RIS) a cura di Ludovico Antonio Muratori; il capitolo centocinquantunesimo degli Annales inizia con “Anno domini MCCCLXXXIX” anno in cui Valentina partiva da Milano con trecento cavalieri a garanzia di un ingente corredo verso la Francia “…portando seco non soltanto uno inestimabile tesoro di oggetti d’arte, ma un gran corredo di vesti e di ornamenti della persona, il cui inventario ci dà ancora la più smagliante visione del lusso ch’era nella corte dei Visconti” riporta Pietro Toesca in “La pittura e la miniatura nella Lombardia – Dai più antichi monumenti alla metà del Quattrocento”.

L’inventario del corredo di Valentina Visconti è un’importante fonte in cui vengono descritti vari capi d’abbigliamento, accessori come cappucci o cinture e oggetti di sua proprietà come collane o bottoni.

I vari copricapi vengono elencati singolarmente o abbinati alle sopravvesti, da rilevare appunto le famose cottardite, di cui quattro “cum caputio” (“RIS” col.809 C) confezionate in ricchi tessuti come lo scarlatto di grana, il velluto, ornate da ricami di teste di leone, lettere, trifogli, fiori di cui si legge appunto “floribus boraginis” e fogliami. Nella mostra “Il corredo di Valentina Visconti” di Vestioevo sono state esposte due cottardite dotate di cappuccio in lana foderata: una decorata verticalmente con ricami di fiori dorati, dalle maniche larghe dall’orlo lavorato e una ampiamente decorata da ricami floreali dalle maniche attargate sul gomito.

Continuando nell’inventario a cura del Muratori si trovano due importanti sopravvesti “Opelanda una scarlatae granae, laborata ubique ad diaciminus perlarum minutarum” cosparsa di piccole perle e “Opelanda una paconacii granae, laborata ad capellum unum rosatum circa collum, cum certis soliis, rosis, & botonis super manica sinistra” una pellanda corredata di cappuccio (capellum) in questo caso. Nell’esposizione sono proposte due pellande. La prima, realizzata con ricami dorati, mostra un alto collaretto chiuso frontalmente da una serie di bottoni, la particolarità di questa sopravveste sta nelle maniche dal taglio frontale orlate sulla parte alta da affrappature a foglia come viene rappresentata in “Valentine de Milan, espose de Loys Duc d’Orleans”. La cintura, che stringe la pellanda sotto al seno, è decorata con perle, nell’inventario appunto, tra le cinture elencate, si trova “Centura una cum duobus filis perlarum” (“RIS” col.807 D).

La seconda sopravveste esposta dalle maniche “ad ala”, cui trova riferimento nel manoscritto “De natura deorum” Codice del XV secolo, è chiusa frontalmente da una serie di bottoni in metallo dorato la cui fonte, presso il London Museum, li colloca storicamente tra il XIII e il XV secolo.

Nell’inventario del corredo di Valentina compaiono varie tuniche (“RIS” col.810 A) insieme alle camicie “camisi” in lino “lini” (“RIS” col.810 A): vesti comuni e ampiamente diffuse da indossare sopra la camicia. Esposta nella mostra, al di sopra di una camicia appunto in lino, una gonnella bipartita chiusa frontalmente, dallo scollo all’orlo, da bottoni in metallo.

Nella gamma della sopravvesti le “guarnacche con tagli laterali (finestre d’inferno) per mostrare le forme femminili” (“Storia di Milano“, Bernardino Corio). Esposta una guarnacca lunga, ampiamente diffusa, cui trova riferimento nel MS Fr 811 “Honoré Bovet apparicion” di Jean de Meung datato tra il 1398 e il 1408. Particolarità di questa sopravveste è la lunga fila di bottoni frontali senza asola applicati, secondo la moda del periodo, come gioielli decorativi. Altra tipologia di guarnacca si trova invece sulla lastra tombale di Valentina, dicembre 1408, opera di Donato Benti e Benedetto da Rovezzano, in cui viene ricordata con una guarnacca da un particolare taglio corto, la sopravveste riproposta nella mostra è stata realizzata in seta damascata.

4 Dicembre 1408, data in cui si spense Valentina Visconti, vedova e abbandonata… “Plus ne m’est rien, rien ne m’est plus!” le sue ultime parole.

👉🏻 L’articolo sulla mostra “Il corredo di Valentina Visconti” si può trovare sulla famosa Rivista “Medioevo – Un passato da riscoprire” in tutte le edicole d’Italia nel mese di Novembre, n. 262.

Della Rivista “Medioevo – Un passato da riscoprire” vi è anche la versione online, scaricabile cliccando su http://www.medioevo.it

👉🏻 È POSSIBILE VEDERE IL VIDEO DELLA MOSTRA CLICCANDO SU https://youtu.be/OnDXGnqLCu4

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