Il mese di Gennaio

Il mese di Gennaio da “Très Riches Heures du Duc de Berry”.

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Il mese di Gennaio è ambientato all’interno del castello del Duca di Berry, Castello di Vincennes (ad est di Parigi), il più importante castello fortificato francese tuttora esistente, eretto dal XIV al XV secolo; raffigura il giorno in cui era consuetudine, tra banchetti e festeggiamenti, scambiarsi doni, il 6 gennaio, giorno in cui i Magi conferirono i doni a Cristo Bambino.
Le “Très Riches Heures du Duc de Berry” sono un codice miniato realizzato tra il 1412 e il 1416, capolavoro dei Fratelli Limbourg e della pittura franco-fiamminga del XV secolo in generale. Si tratta di un libro d’ore commissionato dal duca Jean de Berry, conservato nel Musée Condé di Chantilly, Francia.

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Abbigliamento

Jean de Berry (n. 9) indossa una pellanda dai colori del proprio casato, dalle ampie maniche dal brillante colore blu impreziosito da damascature dorate e bordi in pelliccia. Completa l’eleganza con un copricapo in pelliccia e una collana composta da importanti placche in oro fissate su una base dorata. Altro tipo di copricapo in pelliccia nera è indossato dall’uomo a destra (n. 10) il quale lascia cadere sulle spalle un capperone (dal francese “chaperon”) affrappato rosso. Il Duca siede alla sua ricca mensa abbondantemente ed elegantemente fornita e allestita, sulla quale due piccoli cani vagano liberamente.

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All’estrema destra della tavola è raffigurata una grande saliera in oro a forma di nave, menzionata negli inventari di corte come “le salière du pavillon”.

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Gli studiosi identificano i numerosi giovani, presenti al banchetto insieme al Duca, come membri della sua famiglia o principi del suo seguito, ai lati del banchetto vi si trovano due servi (n.i 18 e 12) vestiti allo stesso modo: sopravveste dagli orli frangiati bicolore grigio e rossa fermata in vita da una cintura in pelle nera, calza-brache in lana bianche, stivaletti in pelle nera e, sulle spalle (n. 18) o attorno al collo (n. 12), un capperone in panno nero.

Alla sinistra del Duca, siede il vescovo di Chartres, (n. 15) lo si vede nel tipico abito religioso: veste bianca per la purezza dello spirito e mantellina rossa per il sangue versato da Cristo per gli uomini e per la regalità dello Spirito. Lo stesso abbigliamento infatti si ritrova in Papa Gregorio XII in carica fino al 1415 e nel successore Papa Martino V dal 1417. Nei suoi scritti si legge dell’amicizia che lo legava al duca.

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I nobili alle sue spalle (n.i 3, 4, 5, 6 e 7), i quali distendono le mani verso il calore del fuoco, mentre il dignitario di corte (n. 8), con indosso un’importante collana impreziosita da ciondoli dorati, li esorta ripetendo «approche approche» (avvicinatevi, avvicinatevi) come indica la scritta sopra la sua testa indossano eleganti pellande di diversi colori e ornamenti, bordate in pelliccia.

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L’uomo a sinistra (n. 3) porta una pellanda verde dal collo alto borato in pelliccia e mostra un’ampia manica affrappata decorata con ricami e disegni floreali dorati; come copricapo indossa un capperone rosso frangiato a modi turbante indossato allo stesso modo dal suo contemporaneo Filippo III di Borgogna, ritratto in diversi dipinti con il copricapo a turbante. L’uomo completa l’eleganza con una collana composta da placche e ciondolo ovale dorati. Dietro di lui, si trova un uomo (n. 4) che indossa un “cappello a sacco” (diffuso tra la fine del 1200 e il 1500) in panno grigio ripiegato sull’orecchio destro. Lo scrittore Paul Durrieu, studioso francese in particolare delle opere dei fratelli Limbourg, ha ipotizzato che quella figura potesse essere un autoritratto proprio di Pol Limbourg, ipotesi che è resa peraltro più accettabile se si pensa che lo stesso ritratto compare in altri due Libri d’ore miniati dai Limbourg: Les petites Heures (Parigi, Bibliothèque nationale de France) e Les belles Heures (New York, Metropolitan Museum, Cloisters Museums). Quest’ipotesi potrebbe essere ulteriormente confermata identificando la donna a sinistra (n. 2), seminascosta dal cappello dell’uomo (n. 1) come la moglie di Pol, Gillette le Mercier. La donna indossa una pellanda rosa scuro e un capperone blu in testa, lasciando cadere il “liripipe” (punta del cappuccio) alla sua sinistra.

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L’uomo che le sta davanti (n. 1) indossa un alto cappuccio in panno grigio, sulle spalle, un capperone azzurro a mantellina frangiato al collo e affrappato ai bordi decorato con ricami floreali dorati; come sopravveste porta una pellanda nera a manica a bocca di pellicano (ampia sul braccio e stretta ai polsi) tipica della fine del XIV secolo, bordata in pelliccia.

L’abbigliamento degli altri tre uomini (n.i 5, 6 e 7) conserva le stesse caratteristiche vestiarie: pellande ad ampie maniche bordate in pelliccia e capperoni sul capo. L’uomo a sinistra mantiene come tono il nero per entrambe i capi, mentre l’uomo centrale indossa una mantellina bicolore affrappata e un capperone con il liripipe avvolto attorno al collo, completando la preziosità delle vesti con un ampia collana dorata. La stessa collana si ritrova nell’uomo in primo piano (n. 17) a rifinire un’elegante pellanda blu dalle ampie maniche affrappate decorate da lettere incorniciate da disegni floreali dorati ricamati. La sopravveste è fermata in vita da una cintura e una tasca (borsa, “scarsella”) in pelle nera utilizzata anche come portapugnale. Stesso utilizzo ne fa l’uomo (n. 13) con indosso sopravveste verde bordata in pelliccia e calza-brache solate nere, usate anche in versione bicolore dagli uomini a fianco (n.i 17 e 14). L’uomo indossa un elegante mantello corto sfrangiato bianco, dai ricami neri, conosciuto dal V secolo con il nome di “sagum” (mantello rettangolare corto in lana indossato inizialmente dai soldati romani), appoggiato sulla spalla sinistra.

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I due giovani (n.i 13 e 14) in primo piano, un pittore e uno scultore, che si servono dalla tavola imbandita completano questa vivace miniatura che ha il valore di un documento storico per la precisione con cui ricrea fedelmente il fasto degli abiti e della mensa, e le usanze, famigliari e raffinate insieme, della vita quotidiana alla corte di Jean de Berry.

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