Il Rosso

Gli antichi Romani ricavavano il loro rosso porpora dal guscio del murice, una conchiglia rara nel Mediterraneo; con il Medioevo, si perse quest’usanza e si passò alla lavorazione del chermes (rosso cremisi tendente al porpora, dal latino “carmesinus”) il colorante estratto dalla femmina essiccata del “Coccus ilicis”,cocciniglia, insetto diffuso nel bacino del Mediterraneo la quale era di un rosso scarlatto, dal latino “coccineus”. Sia la raccolta, sia la lavorazione del colorante erano molto laboriose pertanto il colore era costosissimo infatti solo i signori più ricchi e potenti potevano commissionare abiti contenenti il colore rosso.

Il rosso verzino, derivante dall’omonimo legno, conosciuto anche come rosso brasile, diffuso per secoli, era meno pregiato del rosso cremisi in quanto non consentiva tinture durature e veniva utilizzato per la colorazione della lana, della seta e del cotone.

Il rosso più comune derivava dalla “robbia” cioè una pianta erbacea perenne che cresceva spontaneamente nelle zone boschive del Mediterraneo dal cui rizoma, ovvero un fusto carnoso orizzontale, si estraeva il rosso per le tinture.

Le radici che producevano la robbia, erano conosciute sin dall’antichità, ma, con il passare del tempo, il colore fu soggetto ad alterazioni per alcalinità e per temperatura: da un rosso scuro (“diarodinus” o “roggius”), a un rosso acceso (“bruschino”) sino ad un rossiccio (“leone”). Tutte queste varianti, erano raggruppate in un unico termine: “rubeus” (rosso).

L’importanza del colore rosso durante il corso del Medioevo non si limitava alla sua affinità con la natura; questo era particolarmente apprezzato tra gli appartenenti alle classi agiate.

Secondo alcuni documenti prodotti da Greenfield (storico statunitense), a Firenze tingere una stoffa di rosso costava dieci volte di più rispetto a qualsiasi altra tintura.

Il rosso era per eccellenza il colore dell’amore nel senso di amore disinteressato, incondizionato come quello di Cristo per l’umanità; il rosso del sangue della redenzione e del sangue dei martiri. Un colore come segno di potere ultraterreno. La Vergine Maria generalmente era infatti raffigurata con la veste rossa.

Leggende europee narrano di fili rossi utili per allontanare le streghe e collane di corallo contro la malattie.Tra i secoli XIII e XIV il papa, solito ad indossare vesti di bianco, passò al rosso, come i cardinali, che, con il colore, dimostravano di essere pronti al sacrificio per Cristo. Non era un caso appunto che i cardinali indossassero una tunica di colore rosso, non solo ricordava il sangue dei martiri della chiesa, ma anche la loro regalità, tant’è che venivano chiamati “Principi della Chiesa”. Con Papa San Pio V (1504 – 1572), proveniente dall’ordine domenicano, si riprese la divisa bianca dell’ordine, uso conservato poi dai suoi successori, pur non abbandonando completamente il rosso dei secoli precedenti.

Il rosso dunque, legato alla dignità regale, ne divenne il simbolo. Infatti la preziosità del colore vestì da re, principi a nobili. Gli si attribuirono i simboli del potere, della religione e della guerra, fin verso la fine del XV secolo, quando al rosso venne attribuito il simbolo del sacrificio di Cristo, quel sacrificio dovuto ai peccati più orrendi, dell’amore usato e del castigo; avvenne così che nel XVI secolo gli uomini non si vestirono più in rosso, colore riservato ai potenti come Papi, cardinali, re e regine, ma iniziano a vestire abiti blu come il manto della Madonna.

Visto come un colore “orgoglioso”, durante il Medioevo, si impose su tutti gli altri pur avendo valenze positive, ma anche negative: rosso come colore dell’amore, sia terreno sia spirituale, della passione, delle emozioni, del sentimento, dell’espansività, della vivacità, del sangue inteso come vita e rosso come colore dell’ira, della violenza, dell’aggressività, dello spargimento di sangue della guerra (dal dio Marte).

In araldica il rosso rappresentava, oltre alla regalità e alla passione, anche, accostandolo al fuoco come scritto da Hans Biedermann (autore di “Dictionary of Symbolism” -Astrologia e cabala, alchimia ed emblemi araldici, metafore e allegorie, credenze e superstizioni), all’energia, alla forza e alla volontà dell’uomo di agire: l’azione dell’attacco e della conquista.

Il rosso della fiamma, comunemente, rimandava alla luce, quindi alla sapienza; usato tra medici, studiosi illuminati. Principalmente destinato a sole élites, col passare del tempo, si diffuse tra i ceti medio-bassi, in quanto facile da trovare in natura, mostrando diversità nell’intensità del colore in base alla ricchezza del proprietario dell’abito.

image

image

image

image

image

image

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: