Il mazzocchio

“Alcuni anni dopo si trovò Paolo Uccello morto di esaurimento sul suo misero letto. Il suo volto raggiava di rughe. Gli occhi erano fissi sul mistero rivelato. Teneva stretto nel pugno un pezzettino rotondo di pergamena, coperto di linee intrecciate che andavano dal centro alla circonferenza e dalla circonferenza al centro.” (Da “Vite immaginarie” – Paolo Uccello pittore, di Marcel Schwob)

Studio di mezzocchio in prospettiva di Paolo Uccello

Studio di mezzocchio in prospettiva di Paolo Uccello

Paolo Uccello rappresentò frequentemente il mazzocchio indosso ai suoi personaggi, dato che la superficie geometrica sfaccettata del disegno risultava di difficile raffigurazione prospettica in pittura ed era quindi sinonimo di grande padronanza dell’uso della prospettiva in cui lui si inseriva; questo copricapo non interessava ovviamente ai pittori per un semplice legame con la moda del tempo, ma per la ricchezza geometrica e per la complessità.

Lavorazione in legno dallo studiolo di Federico da Moltefeltro presso il Palazzo Ducale di Urbino

Lavorazione in legno dallo studiolo di Federico da Moltefeltro presso il Palazzo Ducale di Urbino

Il mazzocchio in tutta la sua prospettiva lo si trova in capo a Bernardino della Ciarda nel particolare in cui viene disarcionato dal suo cavallo in “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello del 1438 visibile presso il Palzzo degli Uffizi a Firenze. In questa tavola, nella parte sinistra, sono presenti altri due uomini con in capo il mazzocchio, per uno si ripropone la forma geometrica quadrettata, mentre per l’altro si propone un disegno a spirale orizzontale e dietro a Bernardino della Ciarda vi si trova un altro uomo con in capo l’accessorio con lo stesso disegno quadrettato; in tutti i casi vi è un il contrasto di colori chiaro-scuro e si rappresenta la complessità geometrica.

Particolare con Bernardino della Ciarda

Particolare con Bernardino della Ciarda

 

Battaglia di San Romano

Battaglia di San Romano

In una rappresentazione drammatica, che però, ad una prima osservazione, non trasmette nulla di drammatico in quanto è un dramma sublimato in astrazione, giocata sui toni innaturali del rosso e del verde evidenziata da altrettanti giochi di prospettive in cui il cavaliere sta affondando col suo cavallo, il naufrago si aggrappa disperatamente all’arca e l’uomo centrale mostra il volto sofferente, si ritrova la ricercatezza geometrica di Paolo Uccello. Nella Chiesa di Santa Maria Novella di Firenze si può ammirare l’affresco “Storie di Noè” nel particolare “Diluvio e recessione delle acque” datato tra il 1436 e il 1440 in cui il mazzocchio è indossato sul capo dalla donna centrale e al collo dall’uomo alla sua sinistra dando più spazio a questo elemento complesso che all’azione dell’uomo.

Storie di Noè

Storie di Noè

 

Particolare da "Storie di Noè"

Particolare da “Storie di Noè”

Sempre in “Storie di Noè” nella parte sottostante si trova indossato dall’uomo in primo piano un mazzocchio in tessuto analogo a quello indossato dal personaggio sempre in primo piano, in cui alcuni studiosi identificano il Cardinale Giovanni Bessarione, nella “Flagellazione di Cristo” di Piero della Francesca datato tra il 1440 e il 1470, dipinto conservato nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.

Storie di Noè

Storie di Noè

 

Flagellazione di Cristo

Flagellazione di Cristo

Nella moda vi fu un’evoluzione di questo “accessorio geometrico” infatti con il termine “mazzocchio”, in francese “bourrelet”, conosciuto anche come “cappuccio a foggia”, si indicava un copricapo maschile che consisteva in un cerchio, un anello imbottito di borra cioè un’imbottitura composta da bambagia di cotone poco più grande della circonferenza della testa e rivestito di tessuto o di panno o di velluto.
Veniva dunque anche chiamato cappuccio a foggia in quanto il mazzocchio era costituito da tre parti: l’anello imbottito attorno al capo, la “foggia” appunto, ovvero la parte alta del cappuccio composta da un mazzo di pieghe che scendevano da una parte del capo, sopra la guancia, verso la spalla e dal “becchetto” ovvero una lunga striscia della stessa stoffa che poteva arrivare fino a terra e generalmente passava intorno al collo, appoggiava alla spalla opposta della foggia e il resto del becchetto scendeva lungo la schiena.

Lorenzo il Magnifico

Lorenzo il Magnifico

Visto il fascio di stoffa sulla parte superiore, la foggia, al termine si attribuisce anche una derivazione latina di “maxuca” e del diminutivo “maxuculus” che vale a dire appunto “una quantità di cose strette insieme a un mazzo”.

Per questa sua confezione in genere viene erroneamente confuso con il “capperone” un’ altra tipologia di copricapo a mantellina; questo perché la trasposizione del capperone dall’ambito lavorativo a quello cortese suggerì al Duca Filippo III di Borgogna, conosciuto come Filippo il Buono, vero e proprio “arbiter elegantiae” della prima metà del XV secolo, di crearne un “suo nuovo” copricapo, ovvero il capperone indossato avvolto attorno al capo fornendo alla moda del capperone un’altra tipologia di vestibilità molto in voga all’epoca dando l’immagine di mazzocchio.

Innumerevoli sono gli esempi che l’arte della seconda metà del Quattrocento ci riporta. Oltre a quello elaborato rosso indossato da Lorenzo di Piero de’ Medici detto il Magnifico (Firenze, 1449 – Careggi, 1492), un altro mazzocchio rosso lo si ritrova nell’uomo sulla parte sinistra della porta nella tavola riguardo le storie di San Bernardino in  “San Bernardino risana un giovane travolto da un toro” del Perugino del 1473 presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia. Sempre dello stesso modello, ma in velluto nero vi è quello portato dal giovane ritratto da Botticelli presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, del 1470 circa oppure vent’anni dopo nel “Ritratto di gentiluomo” attribuito al Carpaccio, datato attorno al 1490.

San Bernardino risana un giovane travolto da un toro

San Bernardino risana un giovane travolto da un toro

 

Ritratto di giovane

Ritratto di giovane

 

Ritratto di gentiluomo

Ritratto di gentiluomo

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: