Un altro paio di maniche

Il detto “un altro paio di maniche”, ancora molto usato nel periodo attuale, ha origine dopo la metà del XV secolo quando la moda femminile prevedeva maniche intercambiabili.

L’originale sistema adottato dagli uomini, che mettevano legacci ai bordi delle spalle e lungo le maniche delle vesti d’arme, venne preso dalle donne come un ottimo spunto per fantasie e decorazioni.

Le vesti femminili erano dunque provviste di un certo numero di maniche anche di diversa foggia, colore e stoffa, da indossare a seconda dell’occasione, del valore, del gusto e della stagione. Numerosi ritratti mostrano donne con la veste alla quale vennero applicate maniche ornatissime, con ricami, nastri e spacchi, che costituivano spesso l’elemento più ricco e ricercato della veste. Non era raro infatti che le maniche fossero un prezioso dono offerto dal fidanzato alla futura sposa o dalla dama al cavaliere il quale legava la manica direttamente al braccio dell’armatura.

Nei testamenti si trovano più maniche per un solo abito; nella dote di Lucrezia Borgia (Subiaco 1480 – Ferrara 1519) vennero elencate più di cento maniche infatti il numero di maniche, rappresentava anche l’appartenenza ad uno specifico rango.

Un metodo, per attaccare le maniche alla veste, attorno al 1470, era tramite piccoli punti ricamati sulla parte alta esteriore creando uno spacco sotto l’ascella lasciando in vista la sottoveste, come nelle immagini di Lorenzo di Credi e del Ghirlandaio.

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Un altro metodo, verso il 1480, era quello tramite il quale le maniche potevano essere fissate alla veste per mezzo di laccetti, come nelle immagini di Leonardo da Vinci, del Ghirlandaio e di Ambrogio de Pretis.

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Nel Museo Civico di Prato vi si possono ammirare bellissime maniche, conservate a lungo nei cassoni in legno porta abiti.

Le damigelle e le serve venivano vestite con abiti smessi della signora tant’è che proprio a loro si ordinava l’acquisto di nuove maniche.

Interessantissima una teoria sul componimento musicale inglese realizzato a cavallo tra il 1400 e il 1500 intitolato “Greensleeves” con traduzione italiana “maniche verdi”. Come tradizione popolare si narra che fu Enrico VIII di Inghilterra a comporlo per la sua amata e futura consorte Anne Boleyn la quale presentava una malformazione ad una mano ed era costretta ad indossare maniche più lunghe di quelle che dettava la moda, per coprire il difetto fisico.

 

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