L’indumento intimo indossato direttamente sul corpo nudo era la camicia conosciuta con il termine di “interula” proprio perché si usava “all’interno”, sotto a tutti gli altri indumenti. La camicia più diffusa era confezionata in tela di lino, generalmente tessuta tra le mura domestiche, realizzata dalle donne di casa. Una testimonianza per quanto riguarda il XV secolo, ci è data da Alessandra Macinghi Strozzi nelle sue “Lettere ai figli esuli”, dove scrive al figlio Filippo che la “tela non è ancora sbiancata come sarà bianco, le taglierò e cucirò, piacendo a Dio e stando sana”. Da queste parole si evidenzia che la camicia, di lino-cotone-cambrai-fustagno-canapa e in rarissimi casi di lana, essendo un capo appartenente alla biancheria non veniva mai tinta (lo stesso nome indica il colore bianco) anzi sbiancata quando possibile questo perché era a contatto con la pelle, utilizzata anche di notte come abbigliamento “da letto” e soggetta a parecchi lavaggi.

Biblioteca Nazionale di. Francia, Arsenal 3480, dettaglio del foglio 33, 1405
La camicia era il capo principale della biancheria maschile, poteva essere confezionata con diverse stoffe a seconda dell’appartenenza sociale e alle esigenze, ad esempio il fustagno era un tessuto molto resistente; oppure di tela di lino finissima, candida e morbida, conosciuta come “tela di Cambrai” dal nome del suo tessitore Batista Cambray originario del villaggio di Cantaing-sur-Escaut nei pressi di Cambrai.

I contadini, particolare del “Mese di luglio”. Il Ciclo dei Mesi, affreschi nella Torre dell’Aquila nel Castello del Buonconsiglio di Trento dipinti dal maestro Venceslao (documentato dal 1397)
I contadini nel mese di Luglio erano occupati nella fienagione; un lavoro faticoso che obbligava intere famiglie a trasferirsi nei pascoli per tutto il mese. Falciata l’erba, passavano alla fase di essiccazione attraverso operazioni di spandimento, rivoltamento, molto spesso con la forca da fieno in modo da farla essiccare più velocemente, e accumulo in andane.
Nell’affresco i contadini vengono rappresentati con indumenti leggeri, visto il clima e il lavoro, indossano camicie corte, alcuni rimborsate nella cintura per risultare più comode, e brache corte e strette. Per proteggersi la testa dal sole portano svariati tipi di copricapo, comuni sono i cappelli di paglia a tesa larga, cappelli di stoffa e sulla destra dell’affresco un cappello a punta.

“Mese di Luglio” Ciclo dei mesi Torre dell’Aquila, Castello del Buonconsiglio, Trento
Con le nuove innovazioni tessili del XIV/XV secolo il filato di lino impiegato era della migliore qualità, morbido e fine questo perché la tela veniva tessuta molto fitta, fino a cinquanta fili al centimetro, ma sempre di lino si parla infatti era diffusa con il termine generico di “panni lini”; si sceglieva di confezionarla in lino in quanto doveva essere resistente all’uso, al sudore, allo sporco, ai lavaggi, al tempo e non doveva creare fastidio al contatto con la pelle.


Le camicie erano di varia tipologia, la più comune era a tunica, a girocollo o con collo a “V”, non strettissima, a maniche comode generalmente senza polsino e lunga appena sopra al ginocchio oppure poteva essere più corta, fino all’inguine questo perché si doveva tener conto della lunghezza delle vesti in quanto non doveva mai essere in vista, le uniche parti che lasciavano intravedere la camicia erano dallo scollo e talvolta dai polsi.

La camicia maschile o “camisia”, tardo latino, veniva utilizzata anche durante i combattimenti infatti in questo caso s’intendeva un indumento aderente in modo da consentire appunto scioltezza nel movimento che si trattasse di corsa a terra o a cavallo per cui, per comodità, vi si potevano trovare camicie larghe sui fianchi o con due piccoli spacchi laterali per agevolare i movimenti anche a cavallo e non; non si escludono le camicie in lana, seppur rarissime, come protezione e elasticità.

Retablo de San Jorge, Gonzalo Peris, 1420/23, Museo Municipal de Jerica, Castellón

La forma delle camicie era una “T”, scendeva dritta lungo il bacino; per permettere la vestibilitá aveva un girocollo tondo abbastanza largo oppore con il taglio a “V” fermato da semplici nastri dello stesso tessuto o semplicemente aperto.

Museo della Camicia, Argenton Sur Creuse, sud della Francia
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