Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, erano soliti a festeggiare durante la notte dell’ultimo giorno dell’anno con banchetti ricchi di pietanze e bevande, con musiche e balli per il passaggio al nuovo anno.
Questo culto pagano venne deplorato da Sant’Eligio, funzionario della corte dei re merovingi vissuto a cavallo del 500 e 600 d. C., che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro:
“A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l’andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l’usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica”.
Queste parole non precludevano i festeggiamenti, ma invitavano a non eccedere e ad una certa sobrietà.
Immagine tratta da Mosaico con scena di banchetto, 500 d.C., Museo del Castello di Boudry, Svizzera.
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