Due domeniche dedicate alla moda maschile e femminile, alle scelte stilistiche e non solo, della fine del Trecento e primi decenni del Quattrocento. La giornata del 28 febbraio è rivolta all’abbigliamento maschile e femminile civile: un seminario tenuto da Federico Marangoni in collaborazione con Michela Renzi.
Nella giornata del 6 marzo ci si occupa di abbigliamento militare e armamenti, a cura di Federico Marangoni.
Durante queste due date si ha l’occasione di scoprire due piccoli gioielli del Piacentino: il borgo medievale di Castell’Arquato e il Museo Civico di Palazzo Farnese a Piacenza.
LA DOMENICA DEDICATA ALLA MODA CIVILE
La mattina è dedicata alla moda femminile, si parte dalla biancheria dunque dalla camicia o interula ovvero la parte più interna a contatto con la pelle, la camicia faceva parte dei panni lini in quanto era confezionata solitamente in lino, ma anche di cotone tant’è che Giovanni de’ Mussi ci riporta testimonianze attraverso le sue cronache del territorio piacentino di coltivazioni e Coorporazioni di cotone e fustagno.
Al di sopra della camicia si indossava la veste. Un excursus su i vari modelli tra Trecento e Quattrocento con particolari riferimenti a benestanti, e non, vissuti nel territorio piacentino.
Una digressione, parlando delle gonnelle ben visibili nei Taquina Sanitatis lombardi (1350/1450), porta alla gonnella indossata da Valentina Visconti, figlia di Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano, Verona, Crema, Cremona, Bergamo, Brescia, Belluno, Pieve di Cadore, Feltre, Pavia, Novara, Como, Lodi, Vercelli, Alba, Asti, Pontremoli, Tortona, Alessandria, Valenza, Piacenza, Bobbio, Parma, Reggio Emilia, Vicenza, Perugia, Vigevano, Borgo San Donnino e delle valli del Boite dal 1378 al 1402.
Lo studioso e scrittore Marangoni prosegue il discorso dell’abbigliamento femminile parlando ampiamente delle sopravvesti facendo particolare attenzione alle fonti, ai materiali di lavorazione, ai metodi di allacciatura e alle leggi suntuarie.
Parlando di sopravvesti, ci si sofferma su una moda francese: la guarnacca con le grandi Aperture laterale indossata da Valentina Visconti.
Tra le sopravvesti già spiegate e elencate, con svariati riferimenti grafici e scritti, si trova la pellanda: una maestosa sopravveste dalle maniche molto ampie soprattutto nel nord Italia.
A cura di Marangoni copricapi e acconciature femminili.
Visita alla Rocca, all’interno mostra “Il Martirio dei Santi”.
Il documento in latino medievale Pacte Roche Castri Arquati che descrive nei particolari le vicende che hanno dato vita alla splendida fortificazione che svetta sulla Valdarda. Il Registrum Magnum di Piacenza fissa l’inizio della sua costruzione al 1342, in piena dominazione di Luchino Visconti. La Rocca sorge sulle fondamenta del castrum quadratum romano (III secolo a.C.), più volte ricostruito e riadattato dai tempi delle invasioni galliche. Il complesso fu ultimato nel 1349, e Luchino Visconti morì proprio quell’anno. La torre più alta costituiva un importante punto di osservazione tra la Pianura Padana con Milano e le pendici degli Appennini che portano fino al mare. Nel XIV secolo nulla e nessuno poteva sfuggire all’occhio di chi scrutava verso la valle sottostante dall’alto della Rocca.
Al pomeriggio si passa alla moda maschile partendo dalla biancheria intima passando dalle vesti, ad esempio il farsetto, alle sopravvesti come le pellande.
Di seguito calze solate, calze e metodi di allacciatura, colori e stoffe con vari riferimenti a fonti grafiche e scritte.
Di seguito copricapi, mantelli, berretti e cappelli. Una domanda porta a fare una digressione sulla differenza tra cappa (conosciuta come “pellegrina” in quanto nei testi si trova tra l’abbigliamento del pellegrino) e capperone, ovvero mantellina con un lungo liripipe chiuso e cucito alla punta del cappuccio, indossato sia come mantellina sia come turbante o cappuccio.
A cura di Marangoni l’importanza delle fonti e l’attenzione alle scelte stilistiche in base alle rappresentazioni attraverso un excursus di leggi suntuarie e testi italiani.
La giornata si conclude con la spiegazione, a cura della Guida Turistica presso IAT di Castell’Arquato, dei monumenti, affreschi, edifici e storia del Paese e del Palazzo del Podestà, sede del seminario.
Al 1292 risale l’erezione sul lato settentrionale della Piazza Monumentale del Palazzo del Podestà, che subì poi continue modifiche. [Magnificus dominus d. albertus Scotus placenti… castri arquati etc dominus generalis fecit facere hoc palacium tempore regiminis domini petri de spectinis dicti castri… valis arde pro prefato domino alberto anno domini MCCLXXXXII]. Al nucleo centrale duecentesco si aggiunsero, verso la metà del 1400, due corpi avanzati: la loggia dei “notari” e un’ala prospiciente la piazza. La scala esterna era già esistente alla fine del 1200, ma ad essa furono aggiunti il parapetto e la corporatura. A tre piani, tutto in cotto, architettato a vaste profondi archi acuti, sormontato da una corona di merli a coda di rondine, finestre a sesto acuto illeggiadrite da fini merlettature e fregi anch’essi in cotto, lo sovrasta una torre a pianta pentagonale.
LA DOMENICA DEDICATA ALLA MODA MILITARE
La mattina, a cura dello studioso Marangoni, è dedicata ampiamente all’abbigliamento militare attraverso le evoluzioni stilistiche nei secoli fino ad arrivare al Quattrocento.
Farsetto d’arme, aketon (dal francese arcaico alcottonem derivante dall’arabo al-qutn “cotone”), zupe e zupponi con i loro metodi di imbottitura ad opera dei “zupetari” e cucitura.
Armamenti e armi attraverso l’evoluzione nei secoli per arrivare al 1400.
Il pomeriggio visita guidata al Palazzo Farnese di Piacenza, un’opera incompiuta che mostra ancora i segni della Cittadella Viscontea fatta realizzare da Galeazzo Visconti.
La cittadella trecentesca eretta dai Visconti nel XIV secolo detta “Vegia” fu voluta da Galeazzo Visconti signore di Piacenza, Milano e contado nel 1315 dopo aver conquistato Piacenza.
Ad oggi rimane solo una parte, quella bassa, nel 1373 aveva una forma rettangolare con quattro torri cilindriche agli angoli e un ampio cortile in cui vi erano quattro porte esterne. È stato un edificio militare fino al 1400. Il castello cittadino fu fatto costruire per due motivi principali: era una difesa dagli attacchi esterni perché era la struttura più alta e la vista arrivava sul Po, era una difesa alle insurrezioni popolari.
Nel 1447 fu conquistata da Francesco sforza e sarà il perno difensivo di tutta la città fino al 1557 quando Ottaviano Farnese di questa costruzione ne fece un nuovo palazzo ducale grazie all’architetto Vignola.
La visita presso l’Armeria è ampiamente spiegata da Marangoni con riferimenti all’abbigliamento militare presentato durante la mattina a Castell’Arquato.
La sezione dei grandi affreschi provenienti dal territorio piacentino offre un’ampia visuale sull’abbigliamento maschile e femminile tra Trecento e quattrocento e la definizione delle immagini permette di notare la lavorazione dei tessuti e le cuciture.
Si ringrazia Federico Marangoni, l’ufficio turistico di Castell’Arquato, il Comune per la concessione della Sala Consiliare del Palazzo del Podestà e Andrea Alberti per attrezzatura fonico e fotografie.
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