La data ufficiale della nascita di Cristo è assente dalla Bibbia e da sempre contesa; dopo l’inizio del Cristianesimo, come religione ufficiale dell’Impero Romano, nella seconda metà del IV secolo la Chiesa occidentale adottò il 25 Dicembre come data ufficiale per la nascita di Cristo. Fu Papa Giulio I (in carica dal 337 al 352 d.C.) a fissare la data al 25 Dicembre in quanto il giorno del concepimento di Gesù si fece risalire al remoto equinozio di primavera del 25 Marzo, esattamente nove mesi prima; la scelta fu vista come un tentativo di “cristianizzare” le festività di origine pagana. Alcuni scrittori cristiani sostennero l’idea che venne scelta questa data in quanto era il giorno in cui il sole invertiva la direzione del suo ciclo da sud a nord, ovvero la “rinascita” del sole collegata alla nascita di Gesù.
Nel calendario medievale, il Natale si trovava quaranta giorni dopo il giorno della festa di San Martino, il periodo che oggi conosciamo come l’Avvento (dalla parola latina “adventus” che significa “venuta”), ovvero i “quaranta giorni di San Martino”. Periodo di preghiera silenziosa e riflessione, verso il IX secolo, il Natale divenne anche la festa religiosa più importante in Europa segnando l’inizio del tempo natalizio o dei dodici giorni di Natale (dal 25 dicembre al 6 gennaio), periodo di festa e gioia tant’è che molti monarchi scelsero il primo giorno, Natale, per la loro incoronazione come Carlo Magno nell’Ottocento durante la messa in San Pietro a Roma o Guglielmo il Conquistatore nel 1066 incitato da tanto tifo e allegria al punto che le guardie credettero che il re fosse sotto attacco e si precipitarono ad assisterlo creando una rivolta che vide molti morti e case distrutte dal fuoco.
Nel 829 d.C., alla corte di Ludovico il Pio, Sacro Romano Imperatore e Re dei Franchi, le celebrazioni festive cominciarono a San Martino (11 novembre) e finirono il giorno dell’Epifania (6 gennaio). Gli studiosi ritengono che l’Epifania, la “Dodicesima Notte” (dal giorno di Natale), abbia segnato la visita dei Magi e il loro conferimento dei regali a Cristo Bambino, infatti, durante il corso del Medioevo, era una festa molto più popolare e gioiosa del Natale in quanto era considerato il giorno del Battesimo di Gesù ed era, appunto, il momento dei doni nella tradizione dei Re Magi: tre re orientali che visitarono Bambino Cristo a Betlemme di Giudea. L’Epifania simboleggiava anche la manifestazione di Cristo alle genti.
Il primo uso documentato del termine “Natale” come “nascita di Cristo”, “giorno di Cristo” deriva da un antico termine rinvenuto da un libro sassone del 1038, il termine: “Cristes Messe” (Christmas).
Con il Medioevo il Natale divenne una festa popolare fiorente, riprendendo molto dalla tradizione pagana, tradizione pre-cristiane, legava così insieme la storia della Natività con una festa di canti e giochi, culto, cibo e bevande che dura ancora oggi. Nel Medioevo il Natale fu un tempo dominato da una grande festa, regali per ricchi e poveri, anche se i regali furono vietati dalla Chiesa in alcuni periodi, e comunque di indulgenza generale nel mangiare, bere, ballare e cantare.
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Insieme ai momenti di preghiera e ai banchetti, tra le usanze, vi era quello di cantare melodie, letture, inni e canti che richiamassero la nascita di Gesù, anche se quest’ultimi furono proibiti all’interno della Chiesa.
Alcuni studiosi hanno conferito di un canto che, pur modificato nel tempo, è arrivato ai giorni nostri: First Nowell, The First Noel.
Il canto è stato scritto nel XVIII secolo, ma la stessa musica, che per secoli è stata tramandata, per gli storici risale alla fine del XV secolo, ovvero la base musicale dell’odierno canto “the First Noel” era usata nel 1400 con queste parole:
“Synge we now both the whole and the sum:
Christe Redemptor omnium
In Bethlehem, that fayre cite
Born was thys Chylde so Fayer and fre,
That Lorde and Kyng shal ever be,
A solis ortus cardine
Ryght as the son shynyth on the glasse
So Cryste Jesu on Owr Lady was
Hym to Sarue [serve] God sende grace,
O lux beata Trinitas
Cheldren were slayne grete plente
Jesu Crist, all for the loue of the;
Lorde, helpe us if thy wyl it be.
Hostis Herodes impie
Now ys boren of Owr Lady
The Son of the Fader that a sytthyt hye;
For ys synnys cry we all mercy
Jesu salvator saeculi”.
Una lettera scritta da Margaret Paston, del 1459 circa, ci dice che una famiglia poteva trascorrere il Natale con canti e passatempi e le immagini riportano a decorazioni che hanno origine ben più remota; ad esempio l’antica usanza vichinga di appendere agrifoglio o edera o rametti di alloro oppure, dalla tradizione pagana, l’albero che come si legge negli appunti dell’antiquario inglese Tudor John Stow, nel 1444, camminando per la strada, si ritrovò un albero “in mezzo al marciapiede, inchiodato al terreno, pieno di agrifoglio ed edera”. L’abitudine di usare erbe e piante sempreverdi, era già consuetudine tra il popolo romano il quale era convinto che fossero magiche per la loro particolarità di rimanere sempre verdi.
Contemporaneamente alla diffusione delle usanze pagane, il presepe di Natale ebbe origine nel Medioevo. Nacque in Italia, nel 1223, quando San Francesco d’Assisi spiegò la storia di Natale alla popolazione locale di Assisi con un presepe il cui uso stava a simboleggiare la nascita di Gesù.
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